Presentimento, precognizione e…? VIDEO

Presentimento, precognizione e…? VIDEO.

WhatsApp Image 2025-08-02 at 14.31.55
Immagine generata con I.A.

I fatti

Flavio stava percorrendo l’autostrada in direzione di Parma. Guidava veloce perché aveva fretta in quanto era in forte ritardo. Non aveva indossato la cintura di sicurezza ma, ad un certo punto, sente una voce che dice…”Fossi in te indosserei la cintura“. Flavio indossa la cintura e, nemmeno un minuto dopo, la macchina comincia a sbandare sull’asfalto scivoloso finendo per mettersi di traverso, ribaltarsi e rotolare più volte su se stessa prima di fermarsi ormai distrutta. Flavio ne esce illeso cosa che, probabilmente, non sarebbe accaduta se non avesse avuto la cintura allacciata1. Un caso simile è quello di Piero. Tornava a casa percorrendo una stretta strada piena di curve e tornanti quando, prima di una curva a destra quasi ad angolo retto, sente una voce che gli dice…”Suona!“. Mentalmente Piero risponde che in quella curva sono anni che non suona più ed ha appena finito questo pensiero/risposta quando la sua mano destra parte e, senza che lui lo avesse deciso, dà un colpo di clacson che consente di evitare l’impatto con un grosso camion che procedeva in senso inverso e in gran parte sulla corsia di marcia di Piero. Terzo e ultimo caso. All’uscita dalla chiesa, Virginia e il marito devono raggiungere il distributore per fare rifornimento. Inspiegabilmente, senza alcuna apparente ragione, Virginia si rifiuta di entrare in auto: richiude la portiera e lascia che il marito vada da solo. L’auto è appena partita quando viene investita da un altro mezzo che procedeva a tutta velocità: la parte anteriore viene quasi tranciata via e se Virginia fosse stata al suo posto… A differenza di quanto accaduto in altre occasioni (Virginia è un soggetto molto dotato), questa volta nulla le aveva detto di non salire in macchina, nulla le aveva “fatto sapere” che quel giorno sarebbe accaduto un incidente ma, grazie al suo incomprensibile, immotivato cambiamento di idea, anche questa volta nulla le è accaduto.

WhatsApp Image 2025-08-02 at 14.32.12
Immagine generata con I.A.

Una breve analisi

In tutti e tre i casi, i protagonisti hanno potuto evitare qualcosa per loro molto spiacevole, forse potenzialmente letale. Nei primi due i protagonisti sono stati “invitati”, in uno di essi anche con una certa decisione, a compiere una certa azione, quindi erano coscienti di cosa fare; nel terzo caso questo invito non c’è stato: il soggetto ha solo compiuto un’azione che al momento, presa per se stessa, appariva assurda (non salire in macchina e non ripartire col marito). Il caso di Virginia può essere sicuramente catalogato come una sorta di precognizione inconscia  che determina però un’azione cosciente, assurda (io non vengo con te: non so perché ma non vengo, mi pianto qui, davanti alla chiesa e poi ne riparliamo) che però probabilmente le salva la vita o quanto meno le evita sicuri, gravissimi danni fisici. Nei primi due casi invece, precognizione ci deve essere stata… ma questa si è manifestata al soggetto che l’avrebbe avuta, non con un’immagine, uno stato d’animo, ma con una voce che, se proveniente dal soggetto stesso, va vista come una sorta di momentaneo sdoppiamento: la parte che inconsciamente “vede prima” ciò che sta per accadere si manifesta non con l’azione diretta (l’allacciamento della cintura, il colpo di clacson) ma letteralmente suggerendo l’azione stessa che il disastro, il disastro peggiore avrebbe evitato (nel caso di Piero, rifiutandosi questi di suonare, qualcosa gli fa compiere lo stesso quell’azione necessaria e questo avvicina il suo caso a quello di Virginia). Nel fare ciò questa parte “sensiente”, si sarebbe manifestata come esterna, quasi una terza parte estranea al soggetto. È chiaro, per me, che si tratta di due tipologie di casi fra loro diverse tanto che pur riconducendo alla precognizione classica anche i primi due (la scienza fa sempre così, spiegando oggi, con quello che ha, anche ciò che domani spiegherà in altro modo, con altra teoria) questi possono essere ricondotti anche ad altre tipologie di spiegazione, alcune classiche (l’angelo custode della tradizione cristiana o il daimon  socratico3), altre ancora più eretiche di quelle (presentimento e precognizione) oggi avviate sulla strada di una generale, scientifica accettazione.

Conclusione

I primi due casi costituiscono una tipologia di evento che solo dal fine raggiunto sono uniformabili al terzo. Ma solo per questo. Tutto il resto della storia di Flavio e Piero li colloca in un quadro completamente diverso. Flavio e Piero presentano infatti altri tratti (che Virginia non ha) che sono suggestivi di un deciso, innegabile sconfinamento nel campo dell’ufologia entrando nel quale, per i fatti di essi qui narrati, sono possibili spiegazioni diverse. Bisognerebbe dunque operare come fece J.E. Mack, psichiatra della Harvard Medical School, quando si trovò di fronte i soggetti addotti presentatigli da Budd Hopkins: anziché spiegare tutto “con i parametri – in quel caso – della psichiatria […] trascurando quei fenomeni che non erano passibili di spiegazione psicologica […] dovevo aprirmi alla possibilità che la nostra struttura comunemente accettata della realtà fosse troppo limitata4. Ma degli aspetti che Flavio e Piero hanno in più rispetto a Virginia (che pure ha vissuto una notevole serie di fatti strani a loro volta riconducibili a più categorie) parleremo in un prossimo articolo.

Iscriviti al CUFOM, immagine I.A.
Iscriviti al CUFOM, immagine I.A.

Qui voglio solo ricordare che il fatto che la scienza usi, prudentemente, quello che di acclarato e assodato ha a disposizione per spiegare i fatti e i fenomeni che le si presentano, non rappresenta sempre il modo migliore e più tempestivo per avvicinarsi alla verità.

Fiorentino Bevilacqua

(Le immagini sono state generate dall’autore con l’IA)

  • I nomi dei protagonisti servono a celarne la vera identità
  • Presentimento: attività predittiva, inconscia, che consente una risposta adeguata ed anticipata. A differenza del “presentimento”, la precognizione è cosciente: si “vede” il pericolo che incombe o l’azione da compiere per evitarlo. Si veda a questo proposito l’interessante libro del Dr. Calvi-Parisetti Al di là del tempo e dello spazio.
  • Il daimon dei greci era una voce interiore variamente interpretata dai posteri. Essa fungeva da guida che suggeriva cosa fare e, soprattutto, cosa non fare.
  • Mack, J. E., Rapiti, Mondadori, 1995, p. 43

Articolo di Fiorentino Bevilacqua

Fiorentino Bevilacqua
Fiorentino Bevilacqua