Il paranormale, gli scettici e il paradigma mancante. Video

Il paranormale, gli scettici e il paradigma mancante. Video

RAPIMENTO ALIENO. ESAME DI UN ADDOTTO DA PARTE DEGLI ALIENI, IMMAGINE I.A.
RAPIMENTO ALIENO. ESAME DI UN ADDOTTO DA PARTE DEGLI ALIENI, IMMAGINE I.A.

Un uomo di scienza, in genere, non accetta il paranormale, non accetta  neppure i risultati di esperimenti e ricerche ben condotti in questo campo: si veda, per quanto riguarda gli UFO e a titolo di esempio, il caso del Prof. J.E. Mack, della Harvard Medical School Egli  ebbe tanti problemi con il suo dipartimento, nella prestigiosa università di Harvard  (una sorta di processo durato quattordici mesi) e quelli che ebbe con i colleghi psichiatri “scettici del New England“. Ricordiamo, che Mack, ritenne autentico l’avvistamento di Massa del 26 settembre 1994 di Ruwa in Zimbabwe, quando una navicella aliena atterrò e ci furono decine di bambini che interagirono con degli alieni.

Ariel School Zimbawe Disegni dei bambini
Ariel School Zimbawe Disegni dei bambini.

Invece, per quanto riguarda il “paranormale”, si veda il caso del fisico Tullio Regge con il “sensitivo” Gustavo Rol, il quale, fece molti più “esperimenti” di quello, certamente non risolutivo,  fatto da Regge che bollò immotivatamente l’attività del grande sensitivo torinese. Un grande scienziato, però, non si pone più problemi di accettazione, se egli stesso ha vissuto una qualche esperienza anomala. Si veda, tra i tanti, il caso del biochimico, premio Nobel, Kary Mullis (il suo “procione luminoso” e il tempo mancante), ma anche quello del fisico-imprenditore Federico Fagin (il flusso di luce che gli sgorgò dal petto ecc).

L’esperienza anomala, “catartica”, poi, non deve, necessariamente,  aver riguardato colui che in seguito ad essa cambia idea (si veda il caso del Prof. Piero Calvi-Parisetti). Vi sono ovviamente delle eccezioni.  Una, riguarda proprio Rol ed interessa  il Prof Carlo Castagnoli, fisico (e astrofisico) che, dopo l’incontro col Torinese, si doleva per il fatto che la sua disciplina, non ne poteva studiare la fenomenologia così come lui avrebbe voluto: comunque, nonostante ciò, egli non ne negava l’autenticità. Un’altra eccezione, è nel campo paranormale (ma è proprio sicuro che certi campi siano separati…!?), quella del fisico Ferraro che studiava gli apporti di Roberto Setti, il grande strumento (medium) del Cerchio Firenze 77. Ovviamente c’è anche chi accetta, senza prove, senza paradigmi, perché “sente”: le prove sono, per lui, una dimostrazione di quanto egli già di suo sa.

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Ma, perché c’è questa difficoltà, già al solo confrontarsi con l’anomalo? Una prima motivazione, è lo sconvolgimento che in molti provocano certi fenomeni (e le conseguenze che da essi discende). Una seconda, è che certi fenomeni non possono avvenire secondo il buon senso comune e le nostre conoscenze scientifiche (quest’ultimo punto, è facilmente superabile se si considera che la nostra scienza è tutt’altro che conclusa e cioè certamente non è arrivata alla verità assoluta).

Seduta spiritica, immagine I.A.
Seduta spiritica, immagine I.A.

Ma la cosa che più manca, è un paradigma, un quadro concettuale all’interno del quale tali fenomeni sono possibili. Come scriveva il compianto paleontologo Prof. S.J. Gould, <<Gli eventi che ‘non possono accadere’ secondo le teorie accettate, raramente acquistano rispettabilità attraverso una semplice accumulazione di dati sul loro verificarsi>>. Nel Rinascimento, per esempio, ci si rifiutava di porre l’occhio al telescopio che avrebbe mostrato la presenza di macchie sulla superficie solare, semplicemente perché il paradigma allora imperante stabiliva che il sole era perfetto e, dunque, di macchie in superficie non ne poteva avere: a che serviva, dunque, guardare qualcosa che c’era, appariva ma che non poteva esistere!? Gustavo Rol, per certi versi, è stato un altro “telescopio”: Federico Fellini, parlando del Torinese, diceva che questi ci mostrava stelle bellissime che, però, non erano inscritte nei cataloghi degli astronomi.

CONVEGNO-DI-ATRIPALDA-14.06.2025-I-RELATORI-2
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Dunque c’erano ma… non potendo esistere, non si poteva prestar fede ad esse (come invece Fellini e tanti altri, me compreso, facevano e fanno)! Oggi, con tutto ciò che è anomalo, è ancora come con l’astronomia del Rinascimento e la fotosfera solare che i dotti del passato avevano immaginato essere immacolata: l’anomalo c’è, ma, siccome non può esistere, molti non credono ad esso e  pochi esponenti del mondo accademico, pongono mente a studiarlo, rifiutandosi persino di considerarlo. Cosa fare? I dati servono, è vero e, trovarli è una linea di azione. L’altra, forse quella più importante per eliminare ogni dubbio, è la costruzione di un nuovo paradigma che includa la possibilità di esistenza dell’anomalo.  Ma questo è un paradigma per molti difficile da accettare, poiché implica la rinuncia all’aspetto più gratificante e, allo stesso tempo, più negletto e infondato, del nostro antropocentrismo: quello secondo cui, noi saremmo la misura perfetta, assoluta e veridica di tutte le cose che esistono (!?), tanto che di meglio non si può fare. … e questo è il più grande ostacolo all’apertura verso le selve “impossibili” della Natura.

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Articolo del socio ricercatore del CUFOM: Fiorentino Bevilacqua

Fiorentino Bevilacqua
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