CUFOM. I 12 TRIANGOLI MALEDETTI IN CUI SVANISCONO AEREI E NAVI! TERZA ED ULTIMA PARTE!

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CUFOM. I 12 TRIANGOLI MALEDETTI IN CUI SVANISCONO AEREI E NAVI! TERZA ED ULTIMA PARTE! Del Presidente C.UFO.M. (Centro Ufologico Mediterraneo) dr. Angelo Carannante. Prima di leggere questa terza parte, consiglio di cliccare sui seguenti link per leggere la prima e la seconda:

CUFOM. I 12 TRIANGOLI MALEDETTI IN CUI SVANISCONO AEREI E NAVI, PARTE PRIMA!

CUFOM. I 12 TRIANGOLI MALEDETTI IN CUI SVANISCONO AEREI E NAVI!,PARTE SECONDA!

Infatti, il 1 luglio 1969 (e continuo dal punto dove avevo terminato la seconda parte dell’articolo), il dramma si ripete, ma questa volta non si ritrovarono nè corpi e nemmeno superstiti. Il velivolo antisommergibile Grumman AN1/7 Air Force 206 Squadron con sede a Jerez, aveva appena compiuto la missione segreta, forse di spionaggio,  denominata “Operation Vigilant’,  di controllo delle navi russe ancorate nel Mediterraneo. Verso mezzogiorno il velivolo inviò la sua ultima seguente comunicazione al centro controllo: “Missione compiuta. Torniamo alla base “. E ‘stata l’ultima notizia dell’aereo. Nelle ore di silenzio successive, si decise di effettuare le ricerche, che durarono ben 1550 ore. Vennero impiegati 5 aerei di stanza a Malaga, due a Jerez e uno di Palma, ma senza risultati. Vennero ritrovati solo alcuni rottami dell’aereo ed alcuni oggetti che galleggiavano a circa 19 miglia dalla località di Adra. Su un documento si leggeva che “si è sentita una potente esplosione che probabilmente è stata provocata dall’urto del Grumman con la superficie del mare”. La versione ufficiale, attribuisce l’incidente ad alcuni problemi meccanici , ma anche alla pessima visibilità e quindi avverse condizioni climatiche. Tuttavia, le reali cause dell’ incidente non sono mai state individuate. Al riguardo, si vocifera che l’ultima comunicazione del capitano dell’Aviazione fosse: “Stiamo guardando un a cosa simile ad un grande sole”.

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CUFOM. I 12 TRIANGOLI MALEDETTI IN CUI SVANISCONO AEREI E NAVI! TERZA ED ULTIMA PARTE!

Il 15 dicembre 1989 un elicottero da “Servizio di vigilanza doganale” pilotato da Alfonso Blanch assistito da copilota Asdrúbal Ferreiro Bambino arrivò dall’aeroporto di Almeria alle ore 19.30. La sua missione era di sorvegliare alcune attività sospette relative ad un traffico di droga che era stato rilevato nella zona di “La Mar Chica” lungo la costa marocchina nei pressi di Melilla. Ad un certo momento, le comunicazioni si interruppero senza che se ne conoscessero i motivi. Trascorse circa 4 ore di totale silenzio venne dato l’allarme.  Vennero di nuovo contattati gli aeroporti di Malaga e Melilla, per avere notizie dell’elicottero, i quali confermarono  che il velivolo non era atterrato. Iniziarono così serrate ricerche avvalendosi di molti mezzi, tra i quali alcune navi di diversi corpi della Marina Militare, della vigilanza doganale e della Guardia Civile, ma servendosi anche di alcuni pescherecci locali.

Il giorno  16 dicembre, alle ore 7,30,  la nave “Las Marias”, durante le operazioni di ricerca ed eventuale salvataggio, si imbatté nel cadavere del copilota Asdrúbal Ferreiro Bambino in balia delle onde, per cui, specie nella zona, le ricerche vennero fatte avvalendosi anche di sub ed esperti vari. Non venne trovato null’altro.

CUFOM. ALCUNI STRANI AVVISTAMENTI NEL TRIANGOLO DI ALBORAN. 

Nel 1980, il sottomarino delle forze armate della Spagna, di nome “Tonino”, mentre navigava nelle acque di Almeria vicino al Cabo de Gata, intercettò uno strano un eco sul radar i cui dati dicevano che si trattava di oggetto volante non identificato che si trovava ad una quota di 427 metri sopra la costa di Almeria.  Il sommergibile, pur navigando in superficie, non potette osservare l’oggetto il quale era ad una distanza di circa 4 chilometri.

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Nel 1983, il Patrolman “Cadarso”, durante una crociera da Melilla a Ceuta, intercettò un’eco radar molto allarmante in quanto c’era un oggetto sconosciuto con cui rischiava di impattare. La tensione aumentava sempre di più e la collisione appariva inevitabile, quando l’eco, come era comparso, misteriosamente scomparve. Anche il radar della “Patrolman Lazaga” rilevò uno strano eco durante la missione Cartagena e Cadice.

Questi eventi, risalgono tutti ad un periodo in cui le navi utilizzavano la navigazione magnetica. Successivamente, complice la diffusione dei dispositivi GPS, sono diminuiti gli incidenti e quindi sono diminuite le navi scomparse nel triangolo di Alboran. Inoltre, si è trovato che la condensazione di idrato di metano è tale che si formano bolle che impediscono alle navi di rimanere a galla. Per un interessante articolo in merito a quest’ultimo punto, cliccare sul seguente link: scienze-naturali.it – Pericolo in fondo al mare? Gli idrati di metano. Possono gli idrati di metano essere la causa degli incidenti? Per alcuni di essi mi sembra di poter dare una risposta affermativa. Per altri invece, credo che non c’entrino nulla. Non possono spiegare. o perlomeno possono farlo ma trovando spiegazioni artificiose, l’avvistamento di oggetti volanti non identificati. Però, mai dire mai!

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