Flotta di dischi volanti in orbita attorno alla terra., immagine I. A.
IL CONGRESSO U.S.A. AL PENTAGONO: TIRATE FUORI TUTTA LA VERITÀ SULLA DISINFORMAZIONE UFO. IL RUOLO DELL’ AGENTE RICHARD DOTY. VIDEO.
Negli ultimi anni, la questione dei fenomeni aerei non identificati, o UAP (Unidentified Aerial Phenomena), ha guadagnato un’attenzione crescente da parte del Congresso degli Stati Uniti. Lungi dall’essere un argomento marginale, il Congresso ha iniziato a considerare seriamente gli UAP come una potenziale questione di sicurezza nazionale, spingendo per una maggiore trasparenza. Un’iniziativa chiave in questo senso è stata la direttiva impartita al Dipartimento della Difesa, in particolare al Pentagono, di rivelare ogni informazione relativa alla disinformazione storica sugli UAP.

Questa mossa non è isolata, ma si inserisce in un contesto di crescenti richieste da parte di membri del Congresso, giornalisti investigativi e ricercatori indipendenti che da tempo chiedono maggiore chiarezza su questi fenomeni. La preoccupazione principale è che le informazioni siano state intenzionalmente occultate o distorte nel corso dei decenni, creando un quadro fuorviante per il pubblico e, potenzialmente, per gli stessi decisori.


L’impulso a questa ricerca di verità è stato rafforzato dalle testimonianze di ex militari e personale dell’intelligence, i quali hanno riportato avvistamenti e interazioni con fenomeni inspiegabili. Queste narrazioni, spesso supportate da dati radar e filmati, hanno reso insostenibile per le autorità liquidare ogni segnalazione come un mero errore di identificazione o un fenomeno naturale.
L’obiettivo del Congresso va oltre la semplice curiosità pubblica; si mira a comprendere appieno la natura di questi fenomeni. Se gli UAP rappresentano una tecnologia avanzata di una potenza straniera, la disinformazione avrebbe potuto compromettere la capacità di valutazione e risposta degli Stati Uniti. Se, invece, si tratta di fenomeni di origine sconosciuta, è cruciale comprenderne le implicazioni per la sicurezza dello spazio aereo e la difesa nazionale.

La richiesta di “tutta la verità” sulla disinformazione implica un’analisi approfondita non solo degli avvistamenti in sé, ma anche delle strategie narrative e delle politiche adottate in passato per minimizzare o screditare le informazioni sugli UAP. Si cerca di capire se sia stata attuata una politica deliberata di occultamento o di creazione di narrazioni depistanti per motivi di sicurezza o altri fini. Questo impegno del Congresso segna un punto di svolta, elevando il dibattito sugli UAP da speculazione a oggetto di indagine governativa seria, con la speranza di una maggiore comprensione e protezione degli interessi nazionali.

Nel panorama della disinformazione sugli UAP, il nome di Richard Doty risuona come un simbolo della manipolazione informativa. Ex agente speciale dell’Air Force Office of Special Investigations (AFOSI), Doty è divenuto tristemente celebre per il suo ruolo nella diffusione di teorie del complotto legate agli UFO negli anni ’80. La sua attività è indissolubilmente legata al famigerato “caso Majestic-12” e alle informazioni ingannevoli fornite a figure di spicco dell’ufologia come Linda Moulton Howe e Paul Bennewitz.
In particolare, Doty è accusato di aver intenzionalmente fornito a Bennewitz, un ingegnere che credeva di intercettare comunicazioni aliene e di essere bersaglio di un complotto governativo, documenti falsificati e dati fuorvianti. Si ipotizza che l’intento fosse quello di destabilizzare psicologicamente Bennewitz, distogliendolo da indagini che, secondo alcune ricostruzioni, si stavano pericolosamente avvicinando a progetti militari classificati. Questo episodio è diventato un classico esempio di operazione di “controinformazione” o “depistaggio controllato” condotta da un’agenzia statale.

Le affermazioni di Doty, che spesso includevano dettagli su presunti accordi tra il governo americano e civiltà extraterrestri, incidenti di UFO e il recupero di tecnologie aliene, hanno avuto un’influenza profonda sulla comunità ufologica. Hanno contribuito a costruire un vasto substrato di miti e teorie cospirazioniste che, ancora oggi, permeano il dibattito sugli UAP. Nonostante Doty abbia successivamente ammesso di aver diffuso disinformazione su incarico dell’AFOSI, l’impatto sul settore era già irreversibile.
Il suo operato ha reso estremamente arduo discernere la realtà dalla finzione nel campo dell’ufologia, alimentando una profonda diffidenza verso qualsiasi fonte ufficiale. L’eredità lasciata da Richard Doty è un potente monito circa la capacità della disinformazione di plasmare e manipolare la percezione pubblica, anche in ambiti che possono sembrare secondari come quello degli UFO. Le sue azioni hanno favorito un clima in cui la paranoia e la cospirazione trovano terreno fertile, rendendo ancora più complesso per il Congresso il compito di scoprire la “verità” sugli UAP.