Michael Shellenberger, giornalista U.S.A., dichiara cose scottanti sugli UAP. Video.

Il giornalista Michael Shellenberger, figura nota per le sue posizioni spesso controcorrente su temi come l’ambiente e l’energia nucleare, si è trovato al centro dell’attenzione mediatica anche in relazione all’audizione pubblica sui Fenomeni Anomali non Identificati (UAP), tenutasi davanti al Congresso degli Stati Uniti. Sebbene Shellenberger non sia stato un testimone diretto in quest’audizione specifica, il suo nome è emerso nel contesto più ampio del dibattito sugli UAP, anche per via del suo precedente lavoro giornalistico che ha toccato tangenzialmente l’argomento.
Shellenberger, infatti, ha spesso esplorato narrazioni che mettono in discussione i paradigmi consolidati, e il tema degli UAP si presta a questo tipo di analisi. La sua partecipazione a discussioni pubbliche e articoli su piattaforme come Public ha contribuito a mantenere viva l’attenzione su questi fenomeni, spesso al di fuori dei canali mediatici tradizionali. Sebbene l’audizione del Congresso si sia concentrata sulle testimonianze di ex militari e funzionari dell’intelligence, come David Grusch, che hanno riferito di programmi segreti legati al recupero di veicoli non terrestri, il lavoro di Shellenberger si inserisce in un filone più ampio di indagine e divulgazione.

Il suo interesse per gli UAP si manifesta attraverso un approccio critico verso le narrative ufficiali e un’apertura verso possibilità considerate non convenzionali. Questo lo ha portato a esplorare il tema da diverse angolazioni, contribuendo a un dibattito più sfaccettato che va oltre la semplice dicotomia tra “credenti” e “scettici”. La sua voce, quindi, aggiunge un elemento di complessità alla discussione, invitando a considerare i fenomeni UAP non solo come oggetti di interesse scientifico, ma anche come indicatori di possibili dinamiche politico-sociali o di sistemi di credenze più ampi.

Michael Shellenberger, nel contesto delle sue analisi sugli UAP, si focalizza principalmente sulla mancanza di trasparenza del governo statunitense in merito a questi fenomeni. Non si avventura in speculazioni sull’origine degli UAP (non afferma di sapere cosa siano), ma piuttosto sottolinea come esista una quantità significativa di prove e informazioni che il governo non sta rivelando al pubblico o al Congresso.
In particolare, Shellenberger ha denunciato l’esistenza di un presunto programma segreto all’interno del Pentagono, chiamato “Immaculate Constellation”, che avrebbe lo scopo di raccogliere e “quarantenare” i rapporti sugli UAP provenienti dal personale militare e dai sensori, tenendoli lontani dal resto del governo. Pur riconoscendo che il Pentagono ha negato l’esistenza di tale programma, Shellenberger ha citato casi precedenti in cui il Dipartimento della Difesa ha inizialmente negato informazioni sugli UAP per poi cambiare posizione.

Afferma che il governo USA possiede una grande quantità di dati visivi e di altro tipo (foto, video ad alta risoluzione) che non sono stati resi pubblici. Ha anche portato all’attenzione del Congresso testimonianze di “whistleblower” che parlano di tecnologie avanzate non prodotte dal governo americano o da altri governi che monitorano installazioni militari sensibili in tutto il mondo, e che gli Stati Uniti, così come alcuni avversari, sarebbero in possesso di tecnologie UAP.I
In sintesi, la sua posizione è meno incentrata sull’identità degli UAP e più sulla necessità di maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle istituzioni, per permettere al pubblico e al Congresso di accedere a tutte le informazioni disponibili.